Natale 2000
Caro babbo Natale,
Quest’anno non
posso chiederti i regali, così, come ho fatto in tutti questi pochi anni che ho
vissuto con la mia famiglia.
Mi accingevo a vivere
la vita, così come continuano a viverla i miei compagnetti di classe.
Mi assicuravano che,
babbo Natale è un uomo buono e che sa fare contenti tutti i bambini.
Non ti chiedo regali,
anche perché non so più cosa fare, voglio stare accanto alla mia famiglia e
vicino a tutti quei bambini che soffrono, che si trovano in un letto d’ospedale
o stipati in un corridoio o sopra una barella nell’attesa che si liberi un
posto!
Mio papà, ha scritto a
persone importanti: alla Ministra della Sanità, al Presidente dell’Unicef, al
Presidente dell’A.b.i.o., al Presidente del Tribunale per i Diritti del Malato e
persino ad un signore, Maurizio Costanzo, che non so!
Mi sa che non gli
importa più di tanto la mia storia!
Hanno fatto
un’inchiesta e sono contento che il professore Bartolozzi di Firenze, è venuto a
Palermo, per spiegare ai medici e agli amministratori la mia malattia.
Sono contento che non
si sia cercato un colpevole, perché io voglio bene a tutti quei medici e
infermieri che si prendevano cura di me.
A tutti offrivo il mio
sorriso, loro a volte erano distratti o andavano di fretta perché altri bambini
sopraggiungevano e soffrivano.
C’è una cosa che non
capisco, perché nel mese di Luglio un “manager” non so cosa significhi la
parola, ha promesso che si sarebbe interessato ad aprire un nuovo reparto e un
ambiente per la cura dei bambini immunodepressi?
Caro babbo Natale,
Io sono felice se tu
puoi realizzare questo mio sogno perché faresti contenti tanti altri bambini e
le loro famiglie!
Io continuerò a
sorridere perché il sorriso allontana la tristezza e ci fa sentire tutti più
buoni!… Ciao babbo Natale!
Dario Fricano